venerdì 9 settembre 2011

Mar Nero

La permanenza a Safranbolu è stata molto piacevole, ma la strada chiama e purtroppo mi devo rimettere in moto. Questa volta si torna al mare, direzione Mar Nero e per me è la prima volta quì, sempre nominato e sempre visto alquanto lontano dall'Italia ed in effetti lo è :) , quasi impossibile da arrivare, se non dopo giorni e giorni di continuo viaggiare. Se un giorno mi avessero detto che ci sarei andato in moto, dall'Italia, di certo avrei risposto con un magari e poi un sospiro!!
La strada, da Safranbolu, fino all'arrivo in costa è molto bella, con un ottimo asfalto, bei rettilinei, compiuti alla solita velocità di crociera di 90-100 km/h, bei tratti boschivi con un'aria mattutina abbastanza fresca, quasi fredda in moto e poi, avendo dimenticato a casa i miei guanti da moto in pelle, usare i traforati della Tucano con quest'aria, non è proprio il massimo. La partenza ho deciso di farla il mattino, alle 8, dopo la solita colazione turca e con il solito proprietario, taciturno e quasi infastidito dalla presenza di estranei. Evidentemente, qualche 'colpo' da me mandato, ha avuto il suo effetto, facendogli cadere il thè bollente, in parte sui pantaloni ed in parte in terra....evvai!!! :)
Una volta partito, non potevano mancare le foto di rito, in questo splendido paese ottomano, privo a quest'ora di turisti. Foto che purtroppo debbo fare a me stesso con l'autoscatto e già la mia persona di per sé in foto non viene benissimo, in più, mettici l'autoscatto puntando la macchinetta meglio che si può, il risultato non è dei migliori, ma chi si accontenta gode...., sperando che i miei sponsor non me ne vogliano per questo.


Lungo la strada mi fermo per fare qualche foto, ingrassare la catena e salutare le persone che mi guardano al mio passaggio, sempre con un po' di stupore, secondo me anche grazie al casco, tipo 'Star Trek'. Dopo un paio d'ore, finalmente si vede il Mar Nero ed un sorriso si è spalancato all'interno del mio casco, pensando però, che questa mia gioia non la posso condividere tramite interfono, come ero abituato fino a qualche giorno prima ed un po' di tristezza mi coglie in contropiede.
Una foto di rito è d'obbligo e poi via a macinare km, lungo questa strada che a detta della guida, non ha nulla a che invidiare con le strade Californiane. Ora che ne so, in California non ci sono mai andato e a dirla tutta, neanche mai in America, ma questa strada è veramente bella. Corre alta sul mare, ha belle curve e bei tornanti, peccato solo il pessimo asfalto ed i lunghi tratti in terra battuta e sassi e solo nei pressi dei centri abitati costieri, ritorna al livello marino, per poi risalire alta.
Si ma, fra una curva e l'altra, qualche chiacchera con persone incontrate lungo la strada e la colazione ormai lontana, mi prende una gran fame, del resto sono le 13. Il primo fontanile all'ombra e libero da persone, l'ho monopolizzato io ed in pochi minuti, il fornelletto è acceso, per far bollire l'acqua per la pasta, comprata da Giorgia ad Istanbul e con l'origano e l'olio greco, un buon pranzo è comunque uscito fuori. Un paio di pacchetti di craker per smorzare la fame e fare una sorta di antipasto, chiude il cerchio.
Dal posto in cui mi trovo a Sinop, città finale in cui penso di fermarmi, non bastano tre ore di strada (che poi saranno cinque) ed allora, mangio velocemente, pulisco tutto e via. La strada continua con la sua alternanza, fino all'arrivo in un paese costiero, in cui la strada finisce e comincia un tratto di ca. tre chilometri su terra battuta. Simpatici sassi e divertenti buche m'impegnano abbastanza, grazie anche al polverone alzano dai camion in transito ed al peso della moto eccessivo con i bagagli....per fortuna che l'Africa Twin si comporta bene anche in questa circostanza!
L'arrivo a Sinop non è stato dei migliori, gran traffico ed una città alquanto brutta, mal costruita negli ultimi venti anni ca. con il suo centro storico e castello mal tenuti. Sono alla ricerca di un campeggio, che bello lo trovo, non pensavo a dir la verità, ma chiede davvero troppo, per mettere la tenda su terra battuta, bagni non più nuovi e internet assente. A questo punto decido di fare un po' di spesa per la cena e trovare un bel posto per piantare la tenda. Mi incammino in direzione di Samsun e dopo circa mezz'ora, quando ormai sono le 18 ed il sole comincia ad andar giù, mi cade l'occhio su di una moto ed una tenda al suo fianco, su di un prato, fra la spiaggia ed un minuscolo ristorante. Faccio un centinaio di metri, ci penso, fermo la moto e mi rigiro. Chiedo ad un ragazzo che lavora lì, se posso piantare la tenda per una notte, mi risponde la proprietaria e mi dice ok, 10 Lt per notte. Perfetto dico tra me e me. Arrivo sul prato e la moto in questione, una KTM 990 ADV-R, ha la targa italiana, ma non è possibile penso, ho fatto da Istanbul ca. 900 Km e non ho incontrato un italiano ed ora mi ritrovo addirittura un motociclista italiano. Sono felice.
Il biker in questione è Mario di Roma, fuori da Dicembre dell'anno scorso e di ritorno dall'India, via Kazakistan.... L'unica notte di permanenza in tenda su questo prato, saranno alla fine tre ed i giorni passati qui, sono stati bellissimi. Il ristorantino è gestito da una famiglia di Gerze, distante solo pochi km da qui, insieme a tre ragazzi che lavorano stagionalmente. Bhè, che dire, se la fama dell'ospitalità turca è nota, qui si supera di gran lunga. Sia io che Mario, siamo stati tratti come se fossimo a casa nostra, mangiavamo con loro, se avevamo sete, entravamo dentro e prendevamo da bere, la colazione si faceva insieme, condito il tutto da una splendida posizione di fronte al mare e la bellezza di potersi lavare ogni mattina, in mare ovviamente :)
Alla fine, ci siamo scambiati i nostri contatti, fatte foto e ricevuto anche dei regali, come la maglietta della squadra di calcio locale ed un portafortuna tipico turco...che dire, spero di contraccambiare la loro ospitalità quanto prima.
Dopo quattro giorni, siamo partiti sia io che Mario, lui direzione Istanbul per proseguire in Bulgaria, per rientrare in Italia ed io, direzione opposta verso il confine con la Georgia.

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