giovedì 29 settembre 2011

Aggiornamento Blog

Come immaginavo, l'aggiornamento del blog quì in Russia risulta complicato. Da una parte perchè sin dalla mattina sono in moto e quando arrivo in Motel, il mio unico pensiero è farmi una doccia calda, mangiare qualcosa e riposare. Dall'altra parte il problema è sempre con questa connessione e purtroppo con la chiavetta internet che ho acquistato, non sempre funziona al meglio.
Per gli aggiornamenti delle foto, potete consultare i vari album su facebook, avendo un sistema di upload davvero efficace e veloce, mentre Picasa, sistema che uso attualmente quì è alquanto macchinoso e a mio avviso poco veloce nel caricare le foto.
Al momento mi trovo a metà strada fra Omsk e Novosibirisk, nella Siberia occidentale. Sono ormai tre giorni che sono uscito dalla Mongolia ed al momento ho percorso ca. 1200 Km. Quest'oggi mi sono fermato in motel prima del solito, perchè mi sentivo stanco ed avevo bisogno di riposare un pò.
Nel frattempo l'autunno si fà sentire ed il clima mite della settimana scorsa, ha lasciato posto ad un'aria più fredda e addirittura alla neve, sia in Mongolia che sulla regione dell'Altai, sul versante russo....ma di questo vi racconterò nei successivi post.

domenica 18 settembre 2011

...rientro...cambio di rotta!!

Al momento della partenza da Perugia, la mia idea per il rientro, era di passare sui propri passi, magari facendo una capatina in Armenia e poi risalire tutti i Balcani, fino in Italia.
Purtroppo le difficoltà riscontrate presso il 'border' Russia-Georgia, con l'eventualità di non poter entrare in Russia è un rischio che non mi posso prendere, ovvero, arrivare lì con il visto in scadenza e magari farmi rispedire indietro, per l'impossibilità di passaggio è una eventualità da escludere a priori, avendo capito bene, che la polizia russa, oltre ad essere un pò corrotta è anche inflessibile.....meglio lasciar stare.
Ieri pomeriggio, spulciando le varie cartine, ho deciso su due possibili strade:
la prima, tagliare in toto la Russia ed entrare in Ucraina, passando per l'Ungheria, Austria ed Italia, per un totale fino in Italia di 8.000 km ca.....
seconda possibilità, caricare me e moto ad Ulaan-Bator sulla Transmongolica, arrivare in cinque giorni a Mosca ed avere il tempo per visitare per bene questa magnifica città. Stò cercando di prendere contatti con un'agenzia che tratta questi tipi di viaggi, ma al momento non ho avuto risposta...vedremo. Se qualcuno ha qualche informazione a riguardo, mi farebbe un gran piacere!!
Ora parto, direzione Omsk, sperando di superarla, anche solo di qualche km. Arrivo in Mongolia, fra 2.700 km ca.!!!!!
Buona domenica e buon giro al MotoClub Perugia 'Marco Papa'.

sabato 17 settembre 2011

Caucaso

Il Caucaso in vita mia, l'ho conosciuto principalmente per la sua triste recente storia di guerra fra Georgia e Russia, ma a essere sincero, non mi sono mai preoccupato più di tanto, di capire dove fosse. Andare da quelle parti, mi metteva in apprensione, un po' perchè senti tante campane ed ognuno dice la sua, ed un po' perchè essendo il mio primo viaggio di questo tipo, si ha sempre paura di sbagliare, perchè l'importante è si viaggiare, ma viaggiare in sicurezza e coscienziosi di quello che si fa, altrimenti il divertimento viene meno e l'essenza del viaggio stesso svanisce.
La strada da Gori è stupenda, costeggiando l'intero fiume che nasce dalle cime del Caucaso, superando vari paesini tipici del posto e tutti bene o male, vendono i prodotti fatti in casa, dagli ortaggi al miele, sempre presente, ai prodotti alcolici al pane fatto in casa. Questa possibilità di vendere in strada, ciò che si produce in casa, in Italia è alquanto impensabile!!
Ritornando al viaggio, la strada sale sempre con una certa costanza e man mano si scopre sempre una porzione maggiore del Caucaso, l'idea mia era di arrivare in prima possibile a Dar'yal'skoye, ultimo paese prima della frontiera Russa e trovare una sistemazione per la notte per poi incamminarmi in qualche sentiero, ed invece ecco che dietro una curva, mi imbatto in un ex monastero,


ormai non più usato come tale, ma ancora stupendo, molto grande e di certo importantissimo al tempo, sia come posizione rispetto al territorio e sia come grandiosità e ricchezza d'insieme. Pausa per la visita di un'ora e poi via.
La strada sale sempre, ma non con pendenze elevate, eppure i paesi si susseguono ed il passo che dovrei trovare di lì a poco è sempre più vicino. Non capisco, fino a quando, oltre un tornante, come sul Mortirolo nel più bel giro d'Italia, inizia la salita vera e per mia fortuna, non sono io in questo caso a pedalare, ma la mia moto :) La strada inizia ad essere bianca, con tratti facili ed altri con buche e fondo irregolare, ma guidando in piedi, mi diverto. Questo tratto dura ca. 15 km, superando il passo a 2.400 msl, fino ai primi paesi, al di là del monte.


Arrivo a Dar'yal'skoye, pernotto per due notti in una Guest House e mi ritrovo, con una coppia di polacchi ed un'altra tedesca, con il quale intrecciamo un buon rapporto in questi due giorni. Nel frattempo, parlando appunto con loro, vengo a sapere che probabilmente la frontiera con la Russia è chiusa per i cittadini provenienti da stati non confinanti e mi preoccupo un po'.


Nel frattempo mi godo le splendide montagne, facendo qualche giro a piedi ed in moto e rincasando la sera nella guest house, dove mi aspetta una piacevole tavola con i nuovi amici e la cena preparata dalla patron del posto.



Il 10 settembre, mi aspetta il confine Russo, ma di questo ve ne parlo nella prossima uscita... :)
A presto, ciao.
P.S. Ho ancora problemi con Picasa e non riesoe a caricare le foto. Per chi avesse facebook, può seguire gli aggiornamenti lì!!!

venerdì 9 settembre 2011

Difficoltà connessione

Purtroppo la connessione internet non mi permette di aggiornare l'album fotografico. A breve nuove foto!!!

Confine Turchia-Georgia

Partito da Gerze e lasciati i miei nuovi amici, non mi rimane che proseguire verso il confine georgiano, seguendo la strada costiera, essendo la frontiera sul mare. I chilometri scorrono via velocemente, l'asfalto è buono e nel primo tratto si sale un po' su, verso l'interno. Man mano che vado avanti, scopro numerose calette, come se fossi ritornato in Grecia, ma l'alfabeto usato sulle insegne ed il colore dell'acqua, mi fanno ricordare che sono sempre in Turchia. Nulla togliere al Mar Nero, ma il mare della Grecia è veramente stupendo e penso proprio di ritornarci a breve, vista la semplicità per raggiungerla.
Lungo la strada, la fame, puntualmente si fa presente e per fortuna in mio soccorso, ci sono numerose bancarelle con frutta e verdura, prodotta dagli stessi venditori nel giardino di casa...se questi non sono prodotti a km0, ditemi voi!!! Ne supero alcuni, più per non aver voglia di fermarmi che altro, ma la fame si fa sentire e mi fermo. Appena mi avvicino alla bancarella vengo accolto da molte persone che mi indicano il retro di casa, capisco che è una festa ed alla fine un ragazzo che parla inglese giunge in mio soccorso e spiegandomi che è il matrimonio del fratello. Vogliono che mangi con loro e non posso rifiutare. Alla fine mangio un ottimo riso con la carne, delle verdure e dolci fatti con una melassa molto zuccherina, proprio come si usa qui, buonissimi ma troppo dolci. Per finire, non potevano mancare un paio di bicchierini di thè.
Li ringrazio tantissimo per la loro gentilezza e li saluto, non prima di aver scattato qualche foto per ricordo. Manderò in avanti, le foto tramite mail, per sdebitarmi un minimo.
La notte la passo a Trabzon, conosciuta nell'antichità come Trebisonda, ora città portuale molto grande, dalla quale partono numerose navi merci e passeggeri, diretti anche in Georgia e Russia. Cena in camera a base di frutta, qualche chiamata su Skype ed il sonno sopraggiunge, meglio così, perchè il giorno successivo fra km da fare e frontiere, passerò l'intera giornata in moto.
L'arrivo in frontiera dall'htl è abbastanza veloce, ma non il passaggio. Per superare la parte turca, impiego due ore e mezza, superando prima il controllo passaporti, poi il controllo dei documenti della moto (ma non potevano farlo prima?), ed infine un nuovo controllo del passaporto e dei documenti della moto, con le classiche domande del caso. Il passaggio della frontiera georgiana è velocissimo, forse cinque minuti, presentando a loro, in un unico passaggio, passaporto, doc. moto, patente italiana ed internazionale. In teoria, dovevo pagare l'assicurazione per circolare, visto che la carta verde non copre, ma non mi hanno chiesto nulla ed io ho fatto di conseguenza.
Tutto questo comunque, mi fa perdere tempo, considerando che in Georgia c'è un'ora in più rispetto la Turchia.
Finito con la polizia, mi fermo di fronte la frontiera e vengo circondato da persone, le quali non credono che sono italiano, mi fanno domande che io non capisco, toccano la moto, quasi a testarne la solidità, mi dicono 'Celentano, Toto Cutugno e Francesco Totti, OK'!!! In questo momento capisco che rispetto alla Turchia, sono in un paese diverso, più disagiato, lo capisco da come loro si rivolgono a me. Mi dispiace per questo.
Riparto e mi dirigo a nord, seguendo la costa, non avendo con me la cartina della Georgia. La mia intenzione è di entrare dalla frontiera Russa, a Sochi, città costiera appunto.
Sbaglio strada due volte, percorrendo strade secondarie che mi mettono in apprensione, di certo non giustificata, ma non sono abituato a quello che mi circonda. Sia i minuscoli paesi e sia le persone, vivono grazie all'agricoltura, portata avanti con mezzi davvero vecchi, qui la parola obsolescenza non esiste. Qualsiasi mezzo meccanico si usa, finchè esso duri, anche se ha 50 anni. Le case, di tipo contadino, hanno una condizione di abbandono e di certo al loro interno, non si trovano i vari confort a cui noi siamo abituati e questo mi fa pensare a quanto siamo fortunati, malgrado tutto, ad essere in Italia ed essere italiani. Tutto questo, mi ricorda le foto viste chissà quante volte dell'Italia degli anni '50, trovandomi spesso di fronte sulla strada, qualsiasi tipo di animale, dai bovini agli ovini, galline ecc. dovendo schivare mentre cammino tutto questo e come me, camion, macchine e qualsiasi altra cosa. Spesso si vedono edifici enormi, anche belli, ma vuoti, abbandonati, senza persone e questo è frutto unicamente della guerra e come dicevo prima, mi mette in soggezione, mi turba. In questo stato d'animo, vado avanti e non vedo un hotel o qualsiasi altra cosa, mettere la tenda in mezzo al nulla non mi và e per di più la strada ed i prati sono bagnati dalla pioggia. Andando avanti, finalmente un hotel, ma questo è veramente strano. Alto tre piani, grandissimo è completamente vuoto, come se le persone fossero andate via e sono ulteriormente turbato. Ceno in camera con la pasta rimanente, mi faccio un caffè con il Nescafè e vado a letto, non avendo la connessione. In più, non posso chiamare in Italia e Giorgia non mi risponde ai messaggi, capendo in avanti che questi non arrivano, e sono ancor di più in apprensione.
Il mattino seguente, dopo un'intensa pioggia notturna, l'aria è tersa e mi metto di buon umore, grazie anche alla splendida vista sul mare che ho, partendo in direzione di Sohkumi, grande città costiera. Da questa, per la frontiera Russa, il passo è breve. I km scorrono via velocemente, mi fermo per comprare un po' di frutta, pane e acqua. Quasi mi stavo fermando per mangiar qualcosa, ma ho preferito continuare ancora. Dopo circa 20 km, a 80 km da Sohkumi, una sbarra blocca la strada e la polizia georgiana insieme a quella della UE, mi fermano, dicendo che tutta questa zona è interdetta agli stranieri, essendo ancor oggi pericolosa. Per qualche minuto non so cosa fare, anche perchè mi dicono che l'altra frontiera, all'interno del Caucaso a volte è chiusa. Ok mi dico, giro la moto e alla prima stazione di polizia, mi fermo per chiedere informazioni, circa la situazione. Grazie ad un poliziotto e ad un altro funzionario, che gentilmente mi ha offerto da bere, ottengo le mie notizie e mi dirigo verso Gori a 80 km da Tiblisi. Arrivo nel tardo pomeriggio, prendo una camera per due notti e capisco meglio cosa fare. Cerco informazioni in internet, chiedo alle persone del posto, alla polizia e all'ufficio informazioni, voglio stare tranquillo e non aver problemi. Fino al confine è tutto tranquillo, riguardo la parte russa non sanno nulla, anche perchè fra di loro, sempre a causa del conflitto del 2008, non corre buon sangue.
Dopo un giro per Gori, visita al museo di Stalin, sua città natale, lavaggio biancheria e controllo moto, mi dirigo verso il Caucaso, il magnifico Caucaso e a dir la verità, non vedo l'ora di arrivare!!!!

Mar Nero

La permanenza a Safranbolu è stata molto piacevole, ma la strada chiama e purtroppo mi devo rimettere in moto. Questa volta si torna al mare, direzione Mar Nero e per me è la prima volta quì, sempre nominato e sempre visto alquanto lontano dall'Italia ed in effetti lo è :) , quasi impossibile da arrivare, se non dopo giorni e giorni di continuo viaggiare. Se un giorno mi avessero detto che ci sarei andato in moto, dall'Italia, di certo avrei risposto con un magari e poi un sospiro!!
La strada, da Safranbolu, fino all'arrivo in costa è molto bella, con un ottimo asfalto, bei rettilinei, compiuti alla solita velocità di crociera di 90-100 km/h, bei tratti boschivi con un'aria mattutina abbastanza fresca, quasi fredda in moto e poi, avendo dimenticato a casa i miei guanti da moto in pelle, usare i traforati della Tucano con quest'aria, non è proprio il massimo. La partenza ho deciso di farla il mattino, alle 8, dopo la solita colazione turca e con il solito proprietario, taciturno e quasi infastidito dalla presenza di estranei. Evidentemente, qualche 'colpo' da me mandato, ha avuto il suo effetto, facendogli cadere il thè bollente, in parte sui pantaloni ed in parte in terra....evvai!!! :)
Una volta partito, non potevano mancare le foto di rito, in questo splendido paese ottomano, privo a quest'ora di turisti. Foto che purtroppo debbo fare a me stesso con l'autoscatto e già la mia persona di per sé in foto non viene benissimo, in più, mettici l'autoscatto puntando la macchinetta meglio che si può, il risultato non è dei migliori, ma chi si accontenta gode...., sperando che i miei sponsor non me ne vogliano per questo.


Lungo la strada mi fermo per fare qualche foto, ingrassare la catena e salutare le persone che mi guardano al mio passaggio, sempre con un po' di stupore, secondo me anche grazie al casco, tipo 'Star Trek'. Dopo un paio d'ore, finalmente si vede il Mar Nero ed un sorriso si è spalancato all'interno del mio casco, pensando però, che questa mia gioia non la posso condividere tramite interfono, come ero abituato fino a qualche giorno prima ed un po' di tristezza mi coglie in contropiede.
Una foto di rito è d'obbligo e poi via a macinare km, lungo questa strada che a detta della guida, non ha nulla a che invidiare con le strade Californiane. Ora che ne so, in California non ci sono mai andato e a dirla tutta, neanche mai in America, ma questa strada è veramente bella. Corre alta sul mare, ha belle curve e bei tornanti, peccato solo il pessimo asfalto ed i lunghi tratti in terra battuta e sassi e solo nei pressi dei centri abitati costieri, ritorna al livello marino, per poi risalire alta.
Si ma, fra una curva e l'altra, qualche chiacchera con persone incontrate lungo la strada e la colazione ormai lontana, mi prende una gran fame, del resto sono le 13. Il primo fontanile all'ombra e libero da persone, l'ho monopolizzato io ed in pochi minuti, il fornelletto è acceso, per far bollire l'acqua per la pasta, comprata da Giorgia ad Istanbul e con l'origano e l'olio greco, un buon pranzo è comunque uscito fuori. Un paio di pacchetti di craker per smorzare la fame e fare una sorta di antipasto, chiude il cerchio.
Dal posto in cui mi trovo a Sinop, città finale in cui penso di fermarmi, non bastano tre ore di strada (che poi saranno cinque) ed allora, mangio velocemente, pulisco tutto e via. La strada continua con la sua alternanza, fino all'arrivo in un paese costiero, in cui la strada finisce e comincia un tratto di ca. tre chilometri su terra battuta. Simpatici sassi e divertenti buche m'impegnano abbastanza, grazie anche al polverone alzano dai camion in transito ed al peso della moto eccessivo con i bagagli....per fortuna che l'Africa Twin si comporta bene anche in questa circostanza!
L'arrivo a Sinop non è stato dei migliori, gran traffico ed una città alquanto brutta, mal costruita negli ultimi venti anni ca. con il suo centro storico e castello mal tenuti. Sono alla ricerca di un campeggio, che bello lo trovo, non pensavo a dir la verità, ma chiede davvero troppo, per mettere la tenda su terra battuta, bagni non più nuovi e internet assente. A questo punto decido di fare un po' di spesa per la cena e trovare un bel posto per piantare la tenda. Mi incammino in direzione di Samsun e dopo circa mezz'ora, quando ormai sono le 18 ed il sole comincia ad andar giù, mi cade l'occhio su di una moto ed una tenda al suo fianco, su di un prato, fra la spiaggia ed un minuscolo ristorante. Faccio un centinaio di metri, ci penso, fermo la moto e mi rigiro. Chiedo ad un ragazzo che lavora lì, se posso piantare la tenda per una notte, mi risponde la proprietaria e mi dice ok, 10 Lt per notte. Perfetto dico tra me e me. Arrivo sul prato e la moto in questione, una KTM 990 ADV-R, ha la targa italiana, ma non è possibile penso, ho fatto da Istanbul ca. 900 Km e non ho incontrato un italiano ed ora mi ritrovo addirittura un motociclista italiano. Sono felice.
Il biker in questione è Mario di Roma, fuori da Dicembre dell'anno scorso e di ritorno dall'India, via Kazakistan.... L'unica notte di permanenza in tenda su questo prato, saranno alla fine tre ed i giorni passati qui, sono stati bellissimi. Il ristorantino è gestito da una famiglia di Gerze, distante solo pochi km da qui, insieme a tre ragazzi che lavorano stagionalmente. Bhè, che dire, se la fama dell'ospitalità turca è nota, qui si supera di gran lunga. Sia io che Mario, siamo stati tratti come se fossimo a casa nostra, mangiavamo con loro, se avevamo sete, entravamo dentro e prendevamo da bere, la colazione si faceva insieme, condito il tutto da una splendida posizione di fronte al mare e la bellezza di potersi lavare ogni mattina, in mare ovviamente :)
Alla fine, ci siamo scambiati i nostri contatti, fatte foto e ricevuto anche dei regali, come la maglietta della squadra di calcio locale ed un portafortuna tipico turco...che dire, spero di contraccambiare la loro ospitalità quanto prima.
Dopo quattro giorni, siamo partiti sia io che Mario, lui direzione Istanbul per proseguire in Bulgaria, per rientrare in Italia ed io, direzione opposta verso il confine con la Georgia.

sabato 3 settembre 2011

Safranbolu, nord Turchia

Anche Safranbolu è un paese visto da me l'anno scorso, ma la voglia di rivederlo è tanta, sia per la sua bellezza e la tipicità delle case di tipo Ottomano e sia per la presenza di uno dei più belli Haman (bagno turco) della Turchia.
La partenza da Istanbul è stata ritardata per sistemare i miei bagagli, scrivere qualcosa sul pc e godersi un pò Istanbul in 'assetto' festivo, poichè il 30 sono iniziati i festeggiamenti per la fine del Ramadan.
Comunque, mi aspettavano 400 km ca. da compiere tutto d'un fiato, per non arrivare all'imbrunire in paese ed avere difficoltà nel trovare un posto per dormire. Il tratto autostradale è stato caratterizzato per il traffico, le file ai distributori di benzina e le solite piacevoli mille domande a me rivolte, nel momento della sosta. Fra i tanti, ho incontrato un turco che ha lavorato per sei mesi a Catania e riusciva a parlare un pò d'italiano, riuscendo ad intrecciare fra 'italiano', inglese e gesti, un lungo discorso..anche troppo!! Lasciata l'autostrada, le cose cambiano. Andando sempre più verso l'interno, inizia a far freddo, obbligandomi ad una sosta forzata, per poter indossare un buon pail. Andando ancora avanti le cose vanno.......peggio!! Il tempo cambia, si annuvola ed inizia a fare quattro gocce, rendendo l'asfalto veramente pericoloso, già di suo liscio, con quest'acqua si forma un film devastante per la guida e nei tratti con lavori in corso, faccio il pieno di fanghiglia su di me, casco e moto. Comunque andiamo avanti e l'abbigliamento 'Tucano Urbano' a me concesso per questo viaggio, risulta essere davvero risolutivo in questa condizione climatica. All'arrivo a Safranbolu, faccio la foto di rito davanti alla targa dell'Unesco, quale sito riconosciuto nel 1994. Giusto il tempo di far le foto e giù lo scroscione forte, rendendo le strade fiumi e le macchine che si divertono a prendere le pozze d'acqua più grandi!!!


Mi debbo fermare sotto una pensilina, l'acqua è davvero troppa ed in più la copertura impermeabile della borsa sella GIVI è incredibilmente rimasta a casa, con il pericolo che il contenuto si bagni tutto. In questi casi, un robusto sacco di plastica è un toccasana :)
Vado diretto alla pensione in cui andai l'anno scorso, ma putroppo è al completo. Ok mi dico, faccio un giro e vediamo quello che succede. Dopo 10 min. di ricerca, trovo un'altra pensione, chiedo una singola e c'è, non è il massimo, debbo dire la verità, ma per 30 Lt a notte ( 12 Euro) e viste le condizioni climatiche và benissimo. La prendo per due notti.


La prima sera ho cenato in un ristorantino tipico, ma tutto di corsa, perchè comunque continua a piovere e poi, avendo la connessione wi-fi in camera, potevo portare avanti un pò il lavoro e fare qualche chiamata su Skype.
La mattina dopo, fatta la classica colazione turca con thè, pomodori, cetrioli, olive, formaggio, uovo sodo e pane, mi faccio una camminata di qualche km, fuori dal paese, riuscendo a scattare belle foto e trovando lungo il cammino, una signora che vendeva i prodotti coltivati nel suo orto. Allora, vediamo, tre mele, tre pere, due taralli fatti da lei e due pomodori, 3 Lt, ovvero 1,15 Euro!!!!!!, altre che le offerte della Coop :)
Il pomeriggio lo passo a fare manutenzione alla moto. Controllo i livelli di olio e liquido di raffreddamento, tensione catena, pulizia e lubrificazione catena, pressione gomme. Tutto ok. Mi riesce sempre difficile capire se la catena è lasca o troppo tesa, visto che anche in fase di riposo sul laterale, grava il peso delle borse e degli pneumatici.
Il pomeriggio, dopo aver fatto tutto questo, non potevo non andare all'Haman...Che dire, un'ottimo peeling, seguito da un massaggio fatto con uno speciale sapore che oltre a creare tanta schiuma, profuma tantissimo è quello che ci vuole. All'uscita un buon caffè turco, chiude il cerchio ed anche questa giornata, ma non prima di mangiare qualcosa ed andare a letto, perchè l'indomani mattina la sveglia è stata impostata alle 6, con partenza prevista alle 8.
Notte a tutti....good trip to you all. :)

venerdì 2 settembre 2011

Istanbul

Istanbul, l'avevo già visitata l'anno scorso tra fine aprile e maggio insieme alla Cappadocia e già al tempo, mi piacque veramente tanto, come non si potrebbe far piacere una città come questa, così ricca di storia, cosmopolita, ricca di eventi, nonchè capitale mondiale per la cultura nel 2010.
Ma ritornarci in moto e in dolce compagnia, rende questo ritorno, speciale.
Girare per Istanbul in moto, fermandosi quando si vuole ed assaporare i fari profumi, che siano di pesce sul famoso ponte, di kebab in giro per le vie o di spezie a ridosso dei grandi mercati, rende tutto speciale.
Per passare questi ultimi giorni disponibili a Giorgia, ci siamo concessi un'ottimo hotel, poco distante dal centro, distante pochi minuti di moto. Abbiamo anche individuato un parcheggio davvero efficace, su di una piazza centrale, in cui ti fanno mettere la moto ed avendo sempre la polizia locale che controlla il traffico li vicino, dando una ulteriore sicurezza, il che non guasta mai.
La difficoltà di girare in moto come la mia in questa città è l'ingombro laterale e bisogna sempre guardarsi intorno, perchè qualcuno che cerca di ficcarsi all'improvviso che sia a bordo dell'auto o sulle diffusissime moto 150 Honda (da noi non importate tra l'altro....sono davvero brutte :) ) , c'è sempre. Altro problema è il solito asfalto iper liscio, facendo rispecchiare anche sull'asciutto la fisionomia delle auto e nopn si può fare altro che procedere a velocità davvero bassa in curva, con dietro le macchine che suonano come turchi... :)
In città abbiamo fatto un pò di giri in centro, visitando le principali moschee, tra cui la famosa 'Moschea Blu', 'Aya Sofia', i mercati di spezie al chiuso, ponte sul Bosforo, ecc.
Purtroppo i giorni utili sono stati solo due e mezzo, perchè Giorgia il 29 pomeriggio doveva partire e non volevamo arrivare tardi all'aeroporto, malgrado fosse distante solo 30 km, ma si sà, l'ingorgo imprevisto o l'incidente di turno, capita sempre nel momento meno opportuno.
Dopo aver assaggiato vari kebab, sia speziati che no, di manzo e di pollo e altri piatti del posto, non poteva mancare il più classico dei panini di Istanbul, il panino con il pesce fresco cotto sulla piastra, servito al volo dagli stessi preparatori, mangiato o mentre si cammina o in mano su minuscole sedie su minuscoli tavoli.



La partenza da Istanbul, direzione Safranbolu è avvenuta in tarda mattinata, alle 13 ca. I chilometri che mi separavano non erano poi tanti, ca. 400 e poi, dopo che Giorgia è ripartita, ho avuto bisogno di un momento in più, per riorganizzare bagaglio e mente....!!!


....ci vediamo a novembre...ciao.

Cappadocia...sempre bella!

Vi scrivo con un po’ di ritardo da Gerze, est di Sinop, Mar Nero. Purtroppo ho ritardato l’aggiornamento dei miei spostamenti, per mancanza di tempo, stanchezza e mancanza, a volte, di connessione.
La nostra permanenza in Cappadocia è stata al’Cave Castel Hotel’ di Goreme, bellissima struttura ricavata all’interno delle formazioni rocciose, tipiche della zona.



Il viaggio da Konya è stato abbastanza veloce e scorrevole, a parte qualche piccolo malessere avuto da Giorgia sin dalla mattina, ma è bastata un’aspirina ed un buon gelato, a farle tornare le forze. Lungo la strada, abbiamo incrociato una coppia di ragazzi, lui di Catania e lei di Bologna, che da Catania appunto, a bordo di una panda 900, andavano a Goreme, proprio come noi (successivamente, li abbiamo incontrati in quelle zone). Visto il cofano alzato, pensavamo ad un guasto tecnico ed invece, stavano controllando il livello dell’olio e non sapevano dove si rimetteva l’asticella…nel frattempo, avevano provato a metterla in qualsiasi vaschetta che gli capitava sott’occhio…..se l’avessi saputo prima, non gli davo neanche assistenza, ma come si fa ad arrivare a questi livelli?? 
La moto lungo il viaggio e come il solito, per fortuna, scorre via liscia come l’olio, consuma veramente poco, stiamo sui sedici al litro, rispetto ai diciotto normali e considerando la benzina un po’ meno prestazionale della nostra, il carico enorme che deve sopportare e la pessima aerodinamica, non posso che essere felice di questa moto, e confermare, le sue stupende performance in ogni condizione in cui si trova.
La strada è abbastanza bella, con lunghi tratti rettilinei che tagliano i campi, enormi sali-scendi di svariati chilometri e piccoli paesi con le loro moschee, sparsi qua e là.
Dopo 5 ore circa di viaggio ed un nuovo amico fatto in strada....



iniziamo a vedere qualche piccola formazione, tipica della Cappadocia e da qui, il passo è breve per Goreme, paese in qui sono già stato l’anno scorso, tra fine aprile e maggio. Andiamo direttamente al ‘Flinstone Hotel’, dove stetti l’anno scorso ed in cui mi trovai benissimo. Purtroppo questo era al completo e per fortuna abbiamo trovato il ‘Castel Hotel’, il quale ci proponeva una fantastica camera ad un prezzo ridicolo….presa!!
Il pomeriggio e la serata, son passati fra sistemazione borse e giretto per Goreme, con cena tipica la sera…..ho portato Giorgia in un locale già da me conosciuto e come l’anno scorso, siamo stati benissimo, mangiando tipicità a base di carne e verdure. Il conto alla fine, come in tutta la Turchia è sempre molto basso, 20 Lt, ovvero 8 Euro!!!!
Inizialmente, non sapevamo se rimanere qui per tre o quattro notti, ma visto i posti e l’hotel, abbiamo optato per rimanere il più a lungo possibile, anche perché ad Istanbul, nostra prossima tappa, ci si può sempre andare con un facile volo da Roma, mentre per venire fin qui, bisogna mettere in conto almeno 7-8 ore di viaggio.
La nostra permanenza è volata, fra visite di musei e giri vari, sia a piedi che in moto, fra le varie formazioni e anche in questo caso, malgrado fosse un po’ carica, la moto si è comportata sempre bene, stabile e sicura, a parte quando incontravamo un po’ di sabbia alta o ghiaia, ed allora fra il peso e la bassa velocità, la ruota avanti tendeva inesorabilmente ad infossarsi, rendendo difficoltosa la guida, ma per fortuna, non siamo andati mai in terra .


L’ospitalità turca è stata anche qui la massima, quasi imbarazzante per quanto lo fosse. In poche ore, abbiamo fatto molte conoscenze con le persone del posto e qualsiasi nostro problema bisognava risolvere, erano sempre pronti a farsi in quattro per noi. Consiglio veramente a tutti un viaggio da queste parti, perché un luogo simile, abbinato all’ospitalità tipica della zona, è veramente difficile da trovare.
Il 26 mattina, purtroppo, abbiamo dovuto lasciare di buon ora Goreme e dirigersi verso Istanbul, dove purtroppo Giorgia riprenderà l’aereo ed in tutto questo, ci separano quasi 800 Km, da fare tutto di un fiato, a parte le soste per rifornimenti, ingrassaggio catena e mangiare qualcosa.
Il viaggio è stato bello per i primi 300 km, passando per i soliti campi lavorati e costeggiando un esteso lago salato.


L’unico problema avuto fino ad Ankara è stato il vento, continuo e talmente forte da farci quasi sbandare e rendere la guida della moto molto difficoltosa. A volte, tanto era la forza laterale, da farmi male il casco, schiacciandomi lateralmente il viso.
Per la seconda parte, oltre 400 km, abbiamo percorso tutti tratti autostradali, mantenendo una media di 100km/h e fermandoci solo per i rifornimenti ed andare in bagno.


L’arrivo è stato in serata, all’imbrunire, regalandoci uno scenario fantastico sull’intera città e sul famoso ponte sul Bosforo.
Anche in questa giornata, abbiamo percorso tanti km, con gran stanchezza a fine serata, ma felici di essere stati in sella tutto il giorno, un posto eccezionale ed invidiabile, per godersi e guardare con occhi diversi, tutto quello che ci circonda.
Ci vediamo a Istanbul!!!